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Farci astuti

L’affabilità di Gesù si mostra anche nell’uso delle parabole. Con esse vuole agganciare anche “quelli di fuori” che non riescono a capire. Con i suoi parla apertamente e spiega.
La parabola è stimolo. Il succo della parabola sta “nella cornice” ossia in ciò che viene prima o dopo. Prima: “a questo proposito…”. Dopo: “così è per coloro…”.

Mi sto soffermando sulla parabola riconosciuta come quella del “fattore infedele”: capitolo 16 di S. Luca.
Il fattore, o amministratore, imbroglia il proprio principale, per ricavarne una sicurezza economica per il futuro.
Alla fine il principale, chiaramente beffato, che cosa fa? Loda la scaltrezza dell’imbroglione. È un bell’esempio di dabbenaggine. E Gesù prende spunto da un imbroglione, per parlare addirittura del “Regno dei cieli”!

Eppure la parabola è corredata da una raccomandazione di Gesù: “Fatevi amici con la ricchezza ingiusta, perché quando essa verrà a mancare, vi accolgano nelle tende eterne” (Lc 16, 9).
Dove troviamo la nostra ricchezza “ingiusta” (che non ci appartiene)? Eppure da essa dipende la vita eterna?
Che si tratti forse di una ricchezza non nostra, e che nonostante ciò abbiamo tra mano? Una ricchezza posta a disposizione, grazie a un dono immeritato?

Utilizzando questa ricchezza, che non è nostra né prodotta da noi, noi diventiamo capaci di compiere grandi cose e di assicurarci un futuro tranquillo nella casa eterna?
Che forse tale ricchezza si chiami “grazia”?

06.08.19