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La gioia del piccolo soffrire

Paolo ci annuncia che le sue sofferenze sono l’adito per partecipare alla croce di Gesù, e quindi esser destinato, quasi per un misterioso diritto, a partecipare alla risurrezione di Gesù.
Il Padre, nella sua cara provvidenzialità, permette il nostro soffrire, per vederci uniti, in qualche maniera a Gesù Crocifisso e Risorto.

Riusciamo a intuire la soddisfazione di Paolo, quando dice di gioire delle sue sofferenze. Non è masochismo, ma sguardo nuovo sulle sofferenze. Il masochista si rivoltola nel proprio soffrire e non vede oltre. Paolo vede avanti: la sofferenza unita a Gesù e alla sua Risurrezione.
Le sofferenze di Paolo erano ben pesanti, e lui le enumera. Le nostre sofferenze sono piccole, perché il Padre conosce la nostra debolezza, nell’affrontarle. Però, sebbene leggere, possono essere causa di gioia, perché da sempre il Padre le ha inserite nella croce di Gesù.

Le nostre sofferenze assomigliano all’obolo della vedova. Talvolta esse sono una piccola offerta, perché con esse noi abbiamo tutto ciò che possiamo offrire.
Paolo parla delle proprie sofferenze, annesse al suo apostolato, ossia direttamente connesse con la sua azione apostolica. E le nostre?
Teresa del Bambino Gesù, ci indica la via. Perciò lei, chiusa in un monastero, è patrona delle Missioni.

03.10.19