HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013 > Gesù, gioia e tristezza

Gesù, gioia e tristezza

Nella Lettera di S. Giovanni leggiamo una frase che ci riempie di gioia e anche di tristezza. Solo chi crede (ossia è sicuro, non opina soltanto) che Gesù è nella carne (Logos-sarks) è nella verità, chi non crede è nella menzogna.

L’aveva già pronunciato Simeone, quando Gesù era ancora in fasce (letteralmente, secondo Luca cap. 2, v. 7): il bambino è posto per caduta e per risurrezione di molti.

La gioia ci pervade, quando constatiamo che noi ed altre persone siamo fermi nel sapere, nel credere e nel sentire che solo Gesù ci porta al Padre, dove sfocia la nostra vita nella beatitudine. È la gioia, che promana dalla sicurezza nella persona di Gesù, l’unico che, salvando la nostra vita, le attribuisce fiducia e sicurezza.

All’opposto della gioia, spesso ci ghermisce la tristezza, quando incontriamo persone, che ci amano e che amiamo, le quali trascurano Gesù, unica causa di vera gioia. Tristezza ancora più lancinante, quando alcune di queste persone negano Gesù. Lo negano nella sua cara e forte persona di Uomo-Dio; o peggio, seguendo la superficialità di qualche autorello, negano la stessa esistenza dell’uomo Gesù di Nazareth.

Questa tristezza la incontriamo quando, guardando la televisione, scopriamo che Gesù è completamente trascurato, mentre in primo piano presentano, per esempio, l’ultimo rapporto lesbico della “famosa” attrice.
Quante trasmissioni senza Gesù, e perciò fonti di tristezza nel mondo, un mondo che si va autodistruggendo.

07.01.19