HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2011 > Sorella morte

Sorella morte

La Bibbia narra la disobbedienza di Eva e di Adamo. Tentati, quando erano ancora immortali. Dopo la caduta il rifarsi della donna, che pesterà la testa del serpente. Una posizione non più immortale, ma neppure sottomessa alla tentazione.

La donna, in un contesto matriarcale come è quello del primo libro della Bibbia, conduce la rivincita. Alla donna s’era rivolto il tentatore, perché la più rappresentativa, come madre dei viventi.

Dopo la disobbedienza la morte. Morte soltanto castigo?

Perché non dono di misericordia?

Dopo la caduta, se l’uomo fosse rimasto padrone di sé, quali altri peccati avrebbe commesso? Quante volte il pensiero della morte, dissuade dal peccare! E questo è dono della misericordia.

Dono della morte per non far condurre una vita malata, intristita, crepuscolare.

Ringraziare Dio per il dono della morte è il controbilanciamento per la paura della morte.

Francesco scopre sorella la “morte corporale” e ne loda Dio. Egli mentre loda Dio per sorella morte corporale, lancia il suo “guai” per la morte prodotta da “li peccata mortali”.

La morte è comunque dono paterno di Dio.

Il nostro desiderio, inutile!, di non morire, ostacola il canto di ringraziamento e di lode per la morte. Questa non è soltanto un evento della vita, un fatto naturale. Essa, vista come conseguenza della misericordia di nostro Padre, è opportuno non considerarla sotto la luce del castigo. “Morirai di morte”: è la minaccia, unita all’ordine di evitare di cibarsi del frutto dell’albero centrale.

Gesù invece ci fa vedere la morte come compimento della volontà salvifica del Padre.

GCM 11.12.10, pubblicato 04.02.11