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Fratellanza

Negli ordini religiosi, sorti nel Medio Evo, vi sono consonanze spiccate.

Sto accostando i francescani ai servi di S. Maria.

Nei due ordini si coglie l’esaltazione del dono della fratellanza, che sfocia poi nella fraternità.

Si inizia dalla fratellanza nel sentire, senza la quale la fraternità è il titolo menzognero attribuito ad un’accozzaglia di persone, che frequentano una convivenza.

La fratellanza, a sua volta, nasce dall’amicizia, fondata su una base di analogo sentire e di comune concepire. La fratellanza è un’esigenza molto sentita, soprattutto in  una cultura curtense, dove il vivere gomito a gomito, poneva in comune esigenze, desideri e paure. La fratellanza è esigenza in un mondo minaccioso, per non sentirci soli davanti ai pericoli.

Però la fratellanza trova una declinazione più marcata, quando essa sgorga dal Padre, che genera. Questa fratellanza in Cristo abbisogna anche di nascere dove esiste già una fraternità imposta organizzativamente. Fino a che una fraternità, già legiferatamente costituita, non recupera la fratellanza, resta solo un vocabolo applicato a un gruppo, più o meno informe, di persone.

Purtroppo alcune persone sembrano refrattarie alla fratellanza, perché sono incapaci di amicizia e concentrate esclusivamente in se stesse, perfino con lo scopo di badare  intensamente alla propria preghiera e alla propria crescita di merito e di perfezione (leggi: narcisismo sublimato).

Resta però integra l’esigenza di fratellanza nella fraternità, se lo spirito di Francesco e dei sette santi fondatori, deve esser vissuto anche oggi.

GCM 07.04.11, publicato 16.07.11