HOME

Home > Percorso FRANCESCANI > Articoli 2011 > Brilla la tenebra

Brilla la tenebra

S. Bonaventura è presentato come un amante della sapienza. Sì, è un pensatore, che ha aperto la via delle riflessioni teologiche di molti francescani.

Eppure quando rileggiamo la conclusione del suo “Itinerario della mente verso Dio”, Bonaventura stesso travalica ogni sapienza, abbandona la filosofia e la teologia per lasciarsi andare, sciolto da ogni impedimento, e immergersi tutto nell’oceano di Dio.

La sua sembra una salita, mentre è la discesa di chi tutto abbandona per naufragare in Dio. Il verso di Dante “Con le ginocchia della mente inchine” è il clone italiano di una frase bonaventuriana.

Il cuore di Bonaventura è così sapiente da dimenticare la sapienza. L’abbandono prevale sulla conquista, l’affetto sull’impegno. Ormai la vita non si fida più delle stampelle, per procedere a passo libero.

La contemplazione abbandona ogni riferimento, perché l’uomo vi scopre il riferimento di Dio. Lo Spirito raggiunge e investe, poiché trova l’uomo reso scorrevole e permeabile, grazie alla libertà.

Eppure egli non è libero! Dio lo ha dolcemente sequestarto. Avvinta da Dio, la creatura si sente attratta eppure finalmente libera. Lo Spirito l’ha seminata della libertà di Dio.

Ogni barriera tra creatura e Dio è infranta. Entrato in Gesù, sente che il distacco tra l’uomo e Dio è mirabilmente scomparso.

Tutto diventa tenebra luminosa, discorso senza parole. Tutto si esprime e parla, senza ricorrere al laccio delle parole. L’Uno semplifica e la semplicità naufraga nell’Uno. Mio Dio!

GCM 19.07.11, pubblicato 14.10.11