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Dio fa crescere

Parlare e scrivere di Gesù, è sempre un magnifico dono di Dio!

Paolo: “Io ho seminato, Dio ha fatto crescere”. Quando parliamo di Gesù, noi seminiamo e, si può dire, costringiamo il Padre a far crescere il seme. Da noi vuole la semina, non lo sforzo di convincere. Così cadono la pretesa del convincimento e l’umiliazione per l’insuccesso del non aver convinto.

Il nostro seminare Gesù è vivere un doppio affidamento: alle persone la parola di vita, a Dio il risultato. Lui solo è la forza.

Paolo ci ammaestra: “guai a me, se non evangelizzassi”, cioè se non propalassi la bella novità, che è Gesù Salvatore. Guai a non parlare di Gesù; però guai anche a non affidare a Dio la nostra opera. In noi potrebbe addirittura sorgere la pretesa di rendere fruttuosa la parola, rubando a Dio la sua funzione di salvezza. La salvezza è nelle sue mani! Per fortuna! Altrimenti noi salveremmo le persone a modo nostro, rendendole infelici.

L’infelicità si annida nella pretesa di certi movimenti cristiani, che minacciano di dannazione coloro che escono dal loro gruppo. Addirittura decretano che non compiono la volontà di Dio, coloro che non si adeguano alle norme del gruppo. Era il ritornello udito durante il noviziato, negli istituti religiosi.

Forse i movimenti di ascesi, gli ordini religiosi, le associazioni pie, non ricordano una semplice verità: per la salvezza delle persone, di noi povere persone, Gesù non ha fondato né neocatecumeni, né focolarini, né francescani; egli ha fondato semplicemente la chiesa, il raduno di coloro che credono in lui.

GCM 26.04.11pubblicato 17.09.11