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L’allegrezza all’annuncio 2

Maria si rallegrò perché diventava madre di un grande, favorito da Dio (“figlio dell’Altissimo”), oppure perché si trovò in armonia con sé, perché era in armonia con Dio (“schiava”)?

Essere madre di chiunque, non solo di uno che avrà l’essenza del Santo (chiamato tale!), ma di un qualsiasi uomo, perché la condizione più basilare per una donna, era ed è quella di unirsi a un maschio.

Maria non godeva perché avrebbe avuto un figlio speciale, ma semplicemente si interrogava come lo poteva avere. In questo momento non c’era gioia, ma preoccupazione.

I passaggi sono chiari: turbamento all’inizio, preoccupazione poi, affidamento totale e  serenità beata alla fine.

Su questo finale si radica l’allegrezza di Maria. Perfino l’essere scelta da Dio (“il Signore con te”) non la rende felice. Ella diventa felice, quando lei stessa sceglie incondizionatamente Dio.

La scelta benigna di Dio è già su tutti. Alla felicità umana vera e intima si giunge quando si accoglie la felicità offerta da Dio.

Accorgersi di iniziare una maternità è sempre motivo di festa. Soprattutto quando si attende il  primo figlio. L’esperienza nuova riempie di stupore. L’allegrezza di Maria è totale, perché quando lei si armonizza alla volontà di Dio, raggiunge la completezza femminile con il dono della maternità (voluta da Maria perché voluta da Dio) .

E poi, quando Giuseppe accoglie la strana maternità di Maria, l’armonia felice si estende in tutto l’ambiente.

L’allegrezza di Maria, nasce da un complesso armonico, con Dio, con se stessa, con l’ambiente.

GCM 21.08.11, pubblicato 30.11.11