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Genio e povertà

Due estremi si possono trovare nei piccoli gruppi: il dotato e il poco dotato. Perciò nei piccoli gruppi, come quotidianamente costatiamo, si sviluppano due atteggiamenti in coloro che si reputano persone normali: l’invidia e il disprezzo. Due sentimenti ugualmente distruttivi.

Nei piccoli gruppi, la vita della persona particolarmente dotata, è resa difficile. Le sue idee, sebbene a lungo vagliate, quando sono espresse, si imbattono nell’appiattimento della mediocrità, che subito si raggriccia come un istrice, e rifiuta le idee, senza averle scrutate. E’ vero: la mediocrità non sa pensare criticamente, ma reagisce di pancia.

Però lo stimolo delle nuove idee è avvenuto. E allora la reazione più comune è quella di sopprimere la fonte delle nuove idee. Con Gesù la cosa è andata all’estremo: uccidere l’uomo dalle idee nuove, per sopprimere le idee, le quali, a dispetto dei persecutori, non sono ammazzabili.

Per il membro dotato del piccolo gruppo va un po’ meglio: non sempre è ucciso (tuttavia esistono i roghi anche per quegli eretici, che poi diventano santi, come il Savonarola), però la denigrazione e la distruzione del suo operare sono continue.

Gli stessi che si oppongono e denigrano la persona dotata, sono anche quelli che disprezzano e contraddicono le persone poco dotate, o che, con l’età, perdono colpi ogni giorno. Le persone mediocri, si scagliano contro gli estremi del genio e della povertà. Sono persone mediocri, perché si collocano dentro la media gaussiana.

Gesù, non mediocre, si unisce al povero: i due estremi si abbracciano.

GCM, 19.11.10, pubblicato 07.01.11