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Sulla legge

Gesù afferma che nulla deve esser tolto alla legge di Mosè. Anzi egli è sicuro di essere il completatore di quella legge. Quando si oppone alla legge con il suo “Ma io vi dico”, la libera da incrostazioni successive, oppure la completa andando alle radici, per svelarne tutte le potenzialità.

Gesù completa la legge di Mosè, che fu data dalla bontà di Dio, per organizzare in popolo alcune tribù di schiavi liberati stranamente dall’Egitto. La “provvidenza” di Dio indicava delle leggi, che aiutassero il popolo a ritrovare se stesso. Quel popolo voluto tale da Dio, in vista del Salvatore.

Perciò le leggi, che costituivano il popolo, erano funzionali al Redentore. ed erano fonte di dinamismo, che si inoltrava verso “la pienezza dei tempi”. Arrivata la pienezza dei tempi, cessò la funzione della legge, e si iniziò il tempo della grazia.

Così è di ogni legge. Essa ha valore e vigore, secondo la funzione che deve svolgere. Quando quella funzione è esaurita, la legge non ha più significato, perde il vigore. Spesso subentra il legislatore intelligente che abroga la legge.

E quando la legge non riguarda il foro esterno, ma tocca anche zone del foro interno, e nessun legislatore si preoccupa di questo settore? Quando una legge o una disposizione non  è più funzionale alla pietà e alla salvezza, come ci si deve regolare? E’ sufficiente il parere dell’esperto o del confessore? E’ sufficiente lo studio o la coscienza dell’interessato?

Qualora davvero, dopo riflessioni e dopo studio, non influenzati da risentimenti o da pubblicità, una persona addiviene alla costatazione che quella legge ha perduto la sua funzione, rimane valida l’indicazione della coscienza.

GCM 31.03.11, pubblicato 24.09.11