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Minorità

Frati Minori. Sono i Francescani. Minori: il minore nel Regno dei cieli, è più grande di Giovanni.

Mi ricordo del raccontino, attribuito ai Padri del deserto. Due giovani monaci gareggiavano tra loro per vedere chi era il più umile. E non s’accorgevano che il gareggiare per raggiungere una superiorità, perfino nell’umiltà, era semplicemente agire con superbia.Una simile disavventura spirituale è capitata a lungo all’interno delle correnti, che si richiamavano a S. Francesco. Tra le diverse famiglie francescane c’era la gara a chi era più povero e “più minore” degli altri. Senza esclusione di colpi. I più colpiti erano i Minori Conventuali, perché accusati di essere meno Minori degli altri. E così all’orgoglio si accostava la totale mancanza di carità.

Anche all’interno delle stesse famiglie francescane si coltiva la gara a chi è il migliore, il “più minore”.

La critica degli altri è un esercizio molto praticato e fecondo. Talvolta perfino orpellato da zelo!

Se ci accorgiamo che la minorità è un dono di Dio, allora ci mettiamo in relazione con Lui, con il suo amore che dona quell’altissimo regalo dell’essere poveri e umili, come suggerisce S. Francesco.

La minorità e la povertà sono doni di Dio. Non motivi di critica sugli altri, ma motivo di riconoscenza a Dio, che con  “ l’altissima povertà, ci fa eredi del Regno dei cieli”, come scrive S. Francesco.

S. Paolo suggeriva: “Il mio vanto è la Croce di Cristo”. L’orgoglio dell’appartenenza a Dio (figli di Dio!) si sostanzia dell’umiliazione della Croce.

Frati Minori quindi, inferiori ad altri, orgogliosi figli di Dio, miti nel cuore.

GCM 12.12.10, pubblicato 15.02.11