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L’allegrezza con Elisabetta 3

Lo  scoppio dell’allegrezza di Maria si titola “Magnificat”.

L’allegrezza, creata dall’armonia presente all’annuncio che si riverbera nell’ambiente, si dilata oltre Giuseppe in Elisabetta. Come la gioia della nascita si espenderà in Simeone, in Anna, nei pastori e nei magi.

La visita a Elisabetta, la donna felice per l’attesa del figlio, segna uno dei momenti più eclatanti di gioia.

L’incontro avviene tra due donne in piena armonia con il volere di Dio. Quell’armonia che potenzia la loro capacità intuitiva. Le due donne felici, si intuiscono e si lasciano intuire. Esprimono liberamente e felicemente i propri sentimenti. La leggerezza di un cuore, che riesce a esprimere i propri sentimenti, eleva la gioia al massimo. Quando poi i sentimenti espressi sono positivi e incontenibili, il poter manifestarli è tripudio.

Tripudio che si inizia con la meraviglia dolcissima di Elisabetta. Elisabetta, già graziata da Dio, non nutre nessuna invidia verso un’altra persona graziata da Dio. L’incontro è tra due donne paghe ed entusiaste del prorio stato.

Elisabetta interpreta il balzo del figlio nel proprio ventre, come un segno certo del proprio sentire nei confronti di Maria. Tutto l’incontro si inizia nella gioia. Le due donne sicure del dono di Dio, ancora ignare circa l’avvenire dei figli, vivono un semplice presente di allegria. Il presente, ciò che sta succedendo ora, segna il “la” dei propri sentimenti. Esse si concedono al presente, sapendo che in esso si sta attuando Dio.

Maria interpreta tale presente, vede in traluce l’opera di Dio, la riconosce come nuovo dono nella tradizione dei doni di Dio a Israele, e cantra il Magnificat.                                   

GCM 21.08.11, pubblicato 01.12.11