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Oltre la curiosità

Quando ci si raduna per toccare la presenza di Gesù nella comunità, soprattutto quando siamo nell’Eucarestia o nella lectio divina, è necessario restare in contatto tra noi e con Gesù. Non perdere questo contatto, nel quale si riversa l’azione dello Spirito Santo.

Anche durante la lectio divina è necessario il contatto. Uno dei modi di perdere il contatto, è anche la curiosità sul testo del Vangelo. La “curiosità di notizie”,  non è sete di Dio, che si comunica nella verità, quella verità di Dio che è amore.

Ci rende liberi (ossia uomini e donne che amano davvero) non la curiosità, ma la verità. La verità di Dio ci rende liberi immettendoci nel suo amore. La ricerca e le eventuali domande devono indirizzarsi e focalizzarsi sull’Amore. Nell’Amore lo Spirito apre e si manifesta.

Se noi ci accorgiamo che nel nostro Padre la verità è l’amore, tutto diventa più facile e più chiaro: nell’amore per una persona si scopre quella persona.

L’amore infatti ci libera dai preconcetti sulle persone, per costatare la verità. Il non amore riveste gli altri del paludamento del nostro egoismo, e falsifica la loro immagine.

Dio si rivolge a noi amando, e perciò può scoprire chi siamo, e comunicarci chi siamo. Reciprocamente, solo amando Dio, noi conosciamo chi è Dio. Lontani dall’amore noi, stoltamente, descriviamo Dio secondo i nostri poveri schemi, e sbagliamo.

Ma se amiamo Dio, entriamo nell’estasi con lui. Concetti e parole, sebbene possano averci avviati a Dio, si perdono, perché l’amore non descrive ma ama.

Uno dei doni nel non “pensare” a Dio,  ma nell’immergersi tranquillamente in lui, ci arriva dall’Eucarestia, dall’età, dal lasciarci perdere nella sua presenza.

GCM 05.05.11,pubblicato 07.07.11