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M4 Non metodo, ma vita

I metodi di meditazione sono numerosi. All’interno del cristianesimo non si contano. Ci sono quelli più tendenti alla ri-flessione intellettiva per poi sfociare nella pratica attiva. Altri indicano una progressione meditativa che conduce alla con-templazione unitiva, come nella spiritualità carmelitana.

Altri sono meditazioni contemplative, che utilizzano la “preghiera del cuore”.

Tra questi si colloca la preghiera francescana.

A differenza di altre spiritualità. Francesco non indica norme per la meditazione, perché la sua norma era la sempli-cità. La sua meditazione era estatica. Egli non pensava a co-me atteggiarsi, ma si protendeva semplicemente a Gesù. La sua meditazione era tranquillamente contemplativa.

Contemplava in tutto Dio e Gesù. Si lasciava andare a Gesù, ne assaporava la dolcezza del Bambino e la sofferenza del Crocifisso. Meditava? Anche. Come? Senza meditare. La sua meditazione era priva di tecniche preordinate; la tecnica (anche teologica) per lui era ricchezza, mentre lui viveva la povertà anche nella preghiera, e riceveva, come elemosina, qualunque modo o momento di preghiera.

Spogliazione e silenzio. Un silenzio, nel quale sentiva e gustava il penetrare di Dio.

Il suo metodo,era quella di non agganciarsi a nessun metodo. Viaggiava sul vento della contemplazione. La riceve-va e vi si soffermava, quando il contemplare Gesù lo attraeva, e restava con il suo Gesù, e si lasciava trafiggere da lui, fino a immedesimarsi visibilmente con Gesù (ricorda le stimmate).

Francesco, meditando, non rifletteva argomentando, ma era ciò che il suo cuore vedeva, e ciò che la lettura del Vangelo suscitava dentro di lui.

GCM 14.12.11, pubblicato 31.12.11