Fede, peccato, colpaSto costatando sempre più la relazione e la differenza tra colpa e peccato. La colpa e il senso di colpa si esprimono attraverso l’emozione e la cognitività. Il peccato si colloca nel dominio della fede. Si trovano su due livelli. I sensi di colpa e la colpa precedono il livello del peccato. Essi hanno un rapporto non sempre individuabile e chiaro. Nel rapporto vige una gamma di interazioni, che vanno da una parvente dissociazione a una perfetta integrazione. Nella gamma è nacessario ricordare le disarmonie, i contrasti, e le distanze tra i due domìni della mente umana. Mi soffermo, un istante, sulle disarmonie-dissociazioni, non volute o volute, tra i due livelli. Un esempio lampante delle dissociazioni tra sensi di colpa e peccato, è offerto da quello che, in passato, si definiva come scrupolo. Questa forma di ossessività coattiva, induce la persona, che ne è affetta, ad attribuire il valore di peccato ad azioni, che mancano della qualità di peccato. La dissociazione - che ha portato perfino qualche persona alla disperazione e al suicidio, o al distacco dalla chiesa, come è accaduto sotto certi riguardi a Martin Lutero - si situa nel livello emotivo, influenzato dall’inconscio, e sfocia in una distorsione del giudizio. L’altra dissociazione avviene quasi al polo opposto. Persone che compiono autentici peccati, e si sentono “in coscienza tranquilli”. Questa dissociazione non la sperimentano solamente i figli dei ladri, che sentono il rimorso per non aver rubato, quando si presentava l’occasione, ma principalmente gli intellettuali (politici o no, magistrati o commercianti, ecc...) quando o convinzioni radicate o ripetizione di atti peccaminosi, li hanno immunizzati dal senso del peccato. GCM 03.04.10 - pubblicato 02.06.10
|