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Compiere il bene

Una meraviglia nasce nel nostro cuore, quando ci si accorge che Dio ha operato il bene in noi e negli altri, proprio attraverso la nostra azione. Attraverso noi peccatori, l’onnipotenza di nostro Padre, opera il bene!

L’orgoglio nostro è alimentato dalla nostra cecità, dal non accorgerci che Dio opera. L’orgoglio è un logico e mero frutto dell’ignoranza.
Quante volte abbiamo udito dire: “Sono orgoglioso di aver compiuto questo o quest’altro”. Invece la beatitudine ha un’altra origine. “Ha visto la bassezza della sua schiava, perciò tutte le generazioni mi chiameranno beata”: esclama Maria, che si era accorta dell’opera di Dio dentro di lei.

Appena entriamo nel silenzio dopo aver operato bene, siamo invasi dalla gioia perché ogni bene viene dal Padre della luce. Il silenzio spesso ci redime dall’ignoranza dell’orgoglio.

E’ bello accorgerci di quanti doni il Padre ci fa forniti, perché riusciamo a produrre il bene. La ricognizione e l’assunzione delle nostre numerose capacità ( dal poter muovere un dito, alla sublimità della preghiera) sono scoperte della bontà generosa di Dio, e motivo di riconoscenza.

Guai negare il bene, che compiamo. Sarebbe un sottrarci a lodare e ringraziare il Padre. Però anche guai a negare il male, nel quale cadiamo. Sarebbe privarci della gioia del pentimento, e impedire al Padre la gioia del perdono.

La serenità nostra e la lode riconoscente al Padre, nascono dalla verità, frutto dello Spirito, che ci induce ad aprire gli occhi su tutto lo spaccato della nostra persona e della nostra storia.

La storia non è conquista dell’uomo, ma è lo svolgersi nel tempo della provvidenza di Dio. Perciò il Verbo, Gesù, abbraccia tutta la storia.

GCM 21.02.10 - pubblicato 27.05.10