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Buon senso e fede

Il buon senso, troppo spesso si oppone alla fede. il buon senso è il paludamento con il quale rivestiamo le nostre distorsioni davanti alla verità.

Talvolta perfino il buon senso teologico ha il potere di allontanarci da Dio. La teologia, frutto di un certo procedere filosofico, fatto di logica, non s’accorge che la fede va oltre la teologia.

Spesso il buon senso è il semplice nostro arrenderci alla moda, all’andazzo del tempo, che noi, bugiardamente, chiamiamo progresso. Il progresso, come ce lo regalano le pubblicità (schiave del denaro), è solo lo specchietto per le allodole, ossia per i babbei e per le babbee, per le quali la moda è sempre l’ultimo grido, che le stordisce.

Un esempio del pericolo deleterio del buon senso, ce lo presenta la stessa parola di Dio, espressa dal Vangelo.

Si tratta dell’episodio del cieco, che mendica al ciglio della strada, per la quale Gesù sta camminando.

Il cieco grida: “Gesù, abbi compassione per me!”. Il buon senso della gente si oppone al grido del cieco. Il cieco grida ancora, e il buon senso rincara la dose del tacitare.

Gesù sente che il cieco ha fede, sente da lontano, che l’urlo è contro il galateo, ma vicino alla fede. chiede quindi di far entrare il cieco nel suo recinto personale di Salvatore.

Ecco la fede a contatto con il Redentore. Segue il dialogo della presa di coscienza: “Che cosa vuoi che io ti faccia?” – Dalla presa di coscienza, tramite la persona di Gesù, scaturisce la guarigione.

La fede ha vinto. Ha vinto anche sul buon senso della gente, travolto dalla fede del disgraziato. Sposata all’azione di Gesù. infatti la gente si mette a lodare Dio, la gente passa dal buon senso, che commina di tacere, alla lode festosa. La fede di uno travolge la folla. Sempre che ci sia Gesù!

FCM  16.11.09