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Ingiustizie

Siete come pecore tra lupi. La vostra semplicità deve sposarsi alla vostra prudenza.

Perciò quando la vostra semplicità, fiduciosa negli altri, si staccherà dalla prudenza, sarete mangiati dai lupi. E’ quanto continua ad accadere alla povera gente, che si fida degli altri. E così i furbi dominano nel commercio e in politica.

Sarà sempre così?

I salmi, che recitiamo ogni giorno, ci assicurano di no. Alla fine il furbo resterà irretito dalla sua stessa furbizia.  Avrà come risultato la pena, che egli fa subire agli altri.

Intanto il povero patisce ingiustizia, e non gli resta che affidarsi a Dio. E lasciare che le cose si evolvano, e subire conseguenze non previste.

E’ il momento del dolore e della assoluta fiducia in Dio. E’ il momento della croce, non ricevuta per il male compiuto, ma per l’insolenza e per la cattiveria degli altri.

Gesù si trovava in una situazione difficile, eppure non perdette la serenità. La sua fiducia in Dio, si accompagnava alla certezza di non aver peccato da rimproverarsi. Così fecero anche i martiri.

Nelle nostre piccole o grandi ingiustizie subite, il sentirci uniti a Gesù è l’unica potente consolazione che si presenta ai nostri cuori. Nelle ingiustizie subite, la nostra serenità viene da Gesù, non dalla nostra astuzia, né dalla nostra vendetta.

L’Eucarestia, ossia il nostro ringraziamento a Dio per il suo esserci accanto, può lenire le difficoltà delle ingiurie subite. Il metterci accanto a Gesù, che ci capisce (lui il grande puro, assalito dagli ingiusti, tra i quali un amico), è il rifugio alle nostre sofferenze.

GCM 10.12.09