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Contemplare Gesù

L’Avvento non è una finzione liturgica in preparazione al ricordo della nascita di Gesù, soltanto recitata.

L’Avvento è il periodo di riflessione sulla realtà più impensata: Dio che si assume un uomo, per attuare l’Uomo-Dio.

L’Incarnazione di Dio è il tema della nostra contemplazione nell’Avvento.

Anche la mitologia, così come è stata ed è volgarizzata nell’ambiente mediterraneo, fantastica di dei che si mascherano da uomini (o addirittura da cigni!) per divertirsi a spese degli uomini. Il prendere in giro gli uomini per ridere su di essi, è costume degli dei dell’Olimpo, beffardi e crudeli, dei privi totalmente di senso morale, perché proiezione delle peggiori qualità di popoli corrotti.

Dio è Dio ed è uomo. Noi non potremo mai spiegarci questa realtà. Per quante speculazioni, anche commosse e riverenti come quelle di S. Agostino, si facciano, quel Gesù pur così vicino a noi in quanto fratello, non è raggiungibile. Nella contemplazione, quella chiarezza che la mente non raggiunge, si trasferisce nel cuore.

La luce del cuore si realizza nella serenità e nella sicurezza di essere in Dio, di essere amati da Dio, di bisogno di amare il prossimo, anche quando dobbiamo dare la veste a chi ci ruba il mantello. E’ più gioioso il dare, che il ricevere, mi avverte Gesù. E io gli credo, e la mia fede mi tranquillizza e mi armonizza con Gesù.

La contemplazione, che non è estro poetico o volo pindarico, mi fa rimanere nell’ambiente d’Amore, che è Dio.

La contemplazione fa scoprire al mio cuore, la misteriosa luce di Dio, del Verbo divenuto carne.

GCM 05.012.09

Mia giustizia