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L’umile intelligente

Noi abbiamo una vastissima gamma di possibilità intellettive, che vanno dall’ignoranza alla superintelligenza.

L’esempio è lampante quando entriamo nel comparto critico: siamo intelligentissimi nel rilevare grandi e minutissimi difetti degli altri; e siamo di un’ignoranza spaventosa, quando cerchiamo se dentro di noi c’è ancora qualche difetto.

Forse questo accade perché i nostri difetti sono così insignificanti che neppure il telescopio del monte Palomar riesce a decifrarli.

E poi il nostro tempo è talmente occupato nella meritoria azione di prendercela con i difetti degli altri, che non ci rimane una mica di tempo per dedicarci a guardare dentro di noi.

Il male è che se vedessimo i nostri difetti (quelli reali, che noi non vediamo e che gli altri vedono), cominceremmo a entrare nel dolce e calmo ambiente dell’umiltà, mentre a scovare i difetti degli altri siamo continuamente dentro un eccitante moto di nuove scoperte. E l’attività è il grande merito della nostra società agitata, affannosa e smaniosa.

Quanta pace nell’umiltà! Mi sembra di osservare che le persone più critiche sui difetti degli altri, sono anche quelle che stentano a mettersi in preghiera.

L’umiltà sa pescare dentro la più alta attività della nostra psiche. L’umile è intelligente, perché capace di vedere e accogliere la realtà. Non si meraviglia dei difetti degli altri, perché impara a non meravigliarsi dei propri, e ad accettarli.

Forse con il tempo, possiamo imparare la nobile arte di adoperare con equilibrio la nostra intelligenza sia nel guardare gli altri che nel guardare noi stessi.

GCM 25.01.10