HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2016-02 > Speranza 2

Speranza 2

La speranza: ne abbiamo un enorme bisogno, eppure è la dinamica necessaria per chi vive dentro l’evolversi del tempo.

Con il tempo, Dio ha creato la speranza. Essa è, come dicono, una virtù teologale; però è il respiro del nostro cammino nel tempo, per non cadere nell’asfissia della depressione e del suicidio, più o meno improvviso, più o meno lento.

La vita è vissuta necessariamente nella speranza, perché fino a che viviamo nel nostro corpo, utilizziamo una vita incompleta. Mi ritorna a mente il coro dell’”Assassinio nella cattedrale”, là dove si canta: “Vivendo e in parte vivendo”.

Una vita incompleta tende alla completezza. Paolo ci avverte che non vuole svestirsi, ma vestirsi doppiamente, sovrapponendo una veste eterna sulla veste consueta.

La speranza nostra è sempre in pericolo; le vicende della vita presentano spesso (da dentro di noi, o da fuori di noi) occasioni per smarrirci, per perderci di animo.

In quanto “virtù teologale”, ossia dinamica che è voluta e sostenuta da Dio, la speranza trova quotidiano alimento nell’Eucarestia, in quel Gesù che ha sempre sperato e che, risorto, è causa della nostra speranza. Di speranza abbisogniamo quando le piccole o le grandi persecuzioni si accaniscono contro di noi. Le persecuzioni non attendono il Nerone o lo Stalin e l’Hitler di turno. Esse sono stimolate anche dal capoufficio o da un superiore religioso. Anche senza accorgersi, chi ha un potere, anche minimo, è sempre in grado di perseguitare. E Dio sta tra i perseguitati, non con i persecutori.
Maria, speranza nostra, salve!

05.11.16