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Libertà nell’oppressione  

La volontà degli uomini, anche di quelli posti in posizione particolare nell’organizzazione ecclesiastica, corrisponde sempre alla volontà di Dio? La volontà dei sacerdoti e degli scribi ebrei, al tempo di Gesù, corrispondeva alla volontà di Dio? Decisamente: no!

Spesso l’autorità ecclesiastica pretende di “comunicare l’opera dello Spirito Santo”. È corretto? È secondo il Vangelo, che è tutto proteso a sentire il gemito e le necessità dei poveri? I sottomessi fanno parte dei “poveri della terra”. Essi devono accettare oppure possono ravvisare nelle disposizioni dei superiori degli autentici errori, quindi se si sottomettono passivamente, senza prima consultare il Vangelo, cooperano all’errore. Diventano i martiri delle pretese altrui.Ribellarsi? Anche. Sfuggire alla persecuzione? Sì. Essere certi che anche gli imperatori possono errare: è un passo ovvio per chi sa riflettere.E se sono incatenati? Gesù e i martiri furono incatenati.

Le catene sono plurime: la catena della fame (come faccio a vivere?); la catena di un impegno diventato intollerabile (hai fatto un giuramento militare!); la catena della violenza (o così, o scoppi; o così o la società ti condanna; o così o la perdita della stima…).La libertà di giudicare gli errori di chi comanda, non è solo facoltà, ma obbligo per gli oppressi; altrimenti non avrebbe senso l’esaltazione dei martiri cristiani, a cominciare da Cristo e dagli.

15.09.16