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Speranza 1

Abbiamo bisogno di sperare totalmente in Gesù, ma non lo sappiamo fare. Anche la speranza umana deve essere costruita. Anche la speranza, molto necessaria per riuscire a vivere in un mondo incerto, è frutto di aiuto, proprio perché – come dice S. Paolo, e come poi scoprono i teologi – è virtù “teologale”. Essa infatti si riferisce a Dio. Non solo come oggetto da sperare, ma anche come “soggetto” in noi, che spera. Perciò è teologale, perché cerca Dio ed è stimolata e sorretta in noi da Dio, dallo Spirito Santo di Dio.

Anche la speranza è il “frutto di una preghiera esaudita”. Dio legge sempre la nostra preghiera, perché legge i nostri limiti e le nostre necessità, sebbene noi stessi non li riusciamo a vedere. Quando noi scopriamo i nostri limiti, ci associamo allo sguardo di Dio. Quando noi soffrendo ci incontriamo con la nostra povertà, Dio soffre in noi. Ma un Dio che soffre è un Dio che decide di alleviare la stessa sofferenza. La speranza non delude, perché lo Spirito opera in noi.

Troppe sono le occasioni, nelle quali vacilla la nostra speranza. Eppure proprio quelle sono le occasioni per riaccendere la speranza, o, almeno, per… sperare di sperare ancora. Nostre debolezze, avvenimenti sociali o naturali, interventi di altre persone umane (di solito poco illuminate) possono rendere l’esistenza pesante e quasi inutile. Ma proprio in quelle occasioni il Padre ci vede, e, se ci rivolgiamo filialmente a lui, sa dove iniettare nel nostro cuore i germi della fiducia e della speranza.Nostra speranza proclamiamo Maria, nel recitare la “Salve, Regina”.

03.11.16