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Il regalo dei giorni 

Dopo i novant’anni è tutto un regalo di Dio. Non solo dopo i novanta, ma fino dal concepimento, che è il primo dono di Dio per la vita. Tutta la vita è dono, e tutto il dopo la vita terrena è dono.

Ci hanno abituato a recitare una formula di ringraziamento, alla fine dei pasti. Bellissimo! Però il cibo è un dono che viene dall’esterno, dai campi, dai negozianti (anche questi, perfino quando sono grifagni, sono tramite – spesso inconsapevole – del dono di Dio). Mentre ci sono doni (numerosissimi) che vengono da dentro. Ogni passo è un dono, ogni respiro è un dono (lo riconoscono, talvolta tardivamente, gli asmatici), ogni sguardo è un dono.

Dopo i novant’anni ci si accorge che non solo un anno in più è un dono, ma ogni istante è un dono. Ed è così che la vita degli anziani diventa un sorriso. La serenità, con la quale gli anziani accettano e vivono il declinare, è il dono dell’età. Serenità, perché non si deve compiere nulla di più di quanto stiamo compiendo, mentre si sfruttano i residui, attendendo la nuova, arcana integrità, che arriva dopo.

Il bello è che non occorre più programmare il dopo, come quando le forze ci permettevano di costruire, ma si è curiosi di quanto dopo verrà, ammirati di quanto avviene giorno per giorno. Si ammira la capacità di poter operare ancora, perché si vive il Vangelo: “Non preoccupatevi per il domani, di ciò che vestirete e di ciò che mangerete, perché è sufficiente il peso di ogni giorno”.
Ciò non ci rende passivi, ma sempre attivi, soprattutto attivi con gioia, per quanto ancora possiamo e, perché no?, dobbiamo compiere quotidianamente.

22.11.16