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Capacità di inorridire 

Inorridire è un dono e una virtù.

È un dono, che consegue i puri di cuore, quelli (e siamo tutti!) che nascono tali. I puri di cuore, che addirittura sono abilitati a vedere Dio, entrano con immediatezza nel cuore della realtà, e sentono la bellezza del bene e la schifosità del male.

Il male ci fa inorridire. Pensare come era corrotta Salomè, che si fa portare su un vassoio la testa ancora sanguinante di Giovanni Battista. La madre sua l’aveva generata pura, e la stessa madre l’aveva sporcata nel sentimento.

Il puro è capace di inorridire davanti a un misfatto, a qualsiasi crudeltà, se lui stesso non è diventato già crudele, per le frustrazioni che ha dovuto subire da parte dei genitori o degli adulti, che… si chiamano società civile.

Quanto hanno perso di innocenza i fabbricatori di armi, i legislatori che coonestano ingiustizie, morti (molte delle quali di innocenti, durante le guerre, le corruzioni, i lavori minorili, le pedofilie, gli aborti, ecc.) e distruzioni. Queste specie di persone (professionisti dell’orrore) non sanno inorridire, perché hanno soffocato in sé ogni senso di umanità. Ma nemmeno certi comandanti e superiori sanno inorridire davanti ai loro stessi  comandi, spesso paludati da forme di religiosità o dal nome dello Spirito Santo.

Il semplice, l’amante di Dio e degli uomini, sanno inorridire, perché il male li fa sussultare come l’essere feriti. E sulla ottusità di inorridire, sulla cancellazione dei sentimenti si reggono, oggi, buona parte dell’economia (far denaro e ingannare il prossimo) e gran parte del potere (annientiamo l’avversario politico o lo stato che reputiamo nemico).

29.07.15