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Sensibili all’amore

Rifiutiamo l’amore, perché non abbiamo avuto l’esperienza dell’essere davvero amati. Non riusciamo ad esportare l’amore, perché in noi non si è depositata la dolcezza di essere amati. La sensibilità all’amore non si è svegliata in noi, perché non siamo stati amati davvero dai nostri genitori. Probabilmente per loro siamo stati vissuti come una noia e un peso in più.

Sto pensando a quanto amore Maria e Giuseppe hanno riversato sul bambino Gesù, per renderlo così sensibile a tutte le sfaccettature dell’amore.

Amore per i poveri, amore da Giovanni e per Giovanni (“quello che Gesù amava”!), amore per i disgraziati, amore per Lazzaro (“il tuo amico sta male”), per Marta, per Maria, l’amore di Dio (“il mio figlio l’amato”), l’amore a Dio (Papà), l’amore per i bambini e dai bambini, commozione per la vedova di Naim, per le turbe senza pastore, per il giovane ricco, per la peccatrice che bacia i suoi piedi, ecc.

Gesù, probabilmente dava per scontato che tutti gli uomini e le donne fossero stati avvolti di amore fin da piccoli (“lasciate che i bambini s’accostino a me”), che per salvare l’umanità egli fece perno sull’amore.

Purtroppo quando io faccio notare, con gioia, a una persona “Dio ti sta amando!”, sento rispondere “Lo so!” freddo, anziché vedere una persona che si mette a saltare dalla gioia!

Gesù ha impostato la sua vita e il suo insegnamento sul perno dell’amore, sembra sia un perdente. Forse i cristiani sono pochi (un sesto dell’umanità!) perché gli uomini sono più propensi al dominio, alla carriera, alla superbia, alla guerra, alla vendetta anziché all’amore.

11.11.15