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Amare e riamare


      L’amore unisce tra di loro gli amanti. L’amore vero verso una persona ci apre sempre verso l’amore di tutti. Se l’amore verso una persona non ci apre verso l’amore a tutti, non è totalmente autentico. Chi ama è semplicemente “amante”, tanto che non riesci ad amare Dio che non si vede, se non si ama il prossimo che si vede: questo ci suggerisce e ci indica la Parola di Dio

Però Dio ci aiuta, sebbene soffriamo la freddezza del cuore. Egli apre la porta all’amore, quando ci fa incontrare una persona, che veramente ci ama e prova affetto per noi. Amare il prossimo, non è amore verso chi non vediamo (questo sarebbe fittizio), se non amiamo chi vediamo, perché si è affacciato nelle nostra vita affettiva.

C’è sempre nella vita di tutti, l’incontro della porta all’amore, a cominciare dall’amore della madre e del padre verso il loro bambino, se questo è frutto d’amore, e non evento indesiderato di due intenti alla sola passione genitale, oppure frutto di commercio di bambini.

Qualunque persona che ci vuol bene e alla quale portiamo affetto è porta all’amore. Noi stessi affezionandoci a una persona, diventiamo per essa porta di amore.

E ogni porta di amore è porta dell’amore a Dio, e Dio che ci ama è porta all’amore verso tutti.

Si può amare senza essere amati?

Se la grazia di Dio ci ha donato amore, siamo abilitati e stimolati all’amore anche dei nostri nemici. Amare senza essere riamati?

Quis non amatus redamet. Uno non può amare senza essere riamato. Con Dio questo gioco della reciprocità diventa ovvio. Però come possiamo amare i nemici? L’amore si estende su vari gradi: il non vendicarci, il perdonare, lo stimare l’altro soprattutto nello scorgere in lui il figlio di Dio. Tutto è amore quello che è “positività verso il prossimo”.

21.10.15