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Peccato valorizzato

Si può ringraziare il Padre per i nostri peccati? Nel peccare umano resta ancora una possibilità di bene? Siccome il peccato è parte del nostro esistere, può essere convogliato dentro il bene del vivere?

Una cosa è certissima: il Padre non sospende il suo amore per noi mai, neppure quando stiamo peccando. È un mistero, perché Dio non sa odiare, né punire, né farci nessun male.

Il peccato, che nasce dalla nostra debolezza e dalla limitatezza del nostro pensare, può diventare occasione di bene. Dio sa rivolgere al bene anche ogni male umano, specialmente il peggiore dei mali umani, quale è il peccato.

Il peccato è causato anche dalla nostra ignoranza. Evitiamo di guardare il nostro vero bene e precipitiamo nel nostro vero male. Compiuto il male, ci castighiamo. Anzi lo stesso peccato è un castigo che ci infliggiamo.

Ma l'amore di Dio non si lascia depotenziare dal nostro stupidissimo peccare. La grazia del pentimento è un dono dello Spirito, come il rimorso è provvidenza del Padre. Noi questo dono lo possiamo sempre sfruttare.

Se, con l'aiuto di Dio, anziché scusare il nostro peccato, o soffocando il pentimento rinnoviamo il peccare, noi dichiariamo apertamente il nostro errore, ogni volta che pecchiamo, accumuliamo dentro di noi la qualità umana più adatta alla creatura: l'umiltà.

Il guadagno connesso con il peccato è il rinnovo dell'umiltà. È vero che le occasioni dell'umiliazione e dell'umiltà sono innumerevoli. Però il pentimento dopo il peccato (il pentimento autentico include il proposito di evitare il peccato) è sempre una provvidenziale occasione di umiltà.

Beati quelli, che hanno peccato in gioventù e si sono subito ravveduti, hanno davanti a sé una vita di serenità e di grazia.

26.06.15