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L’altro è altro

E così avvenne che gli sposi si trovarono con tre lavastoviglie tra i regali. È il destino cui andiamo incontro quando noi crediamo di far piacere agli altri, seguendo le nostre idee, senza interessarci degli altri.

Quanti sono così ciechi e sordi, che si immaginano che ciò che piace loro, piaccia anche agli altri! Non sono capaci di traslocare. Credono che fuori di loro, il mondo non esista. Perfino quando credono di recare piacere agli altri secondo le proprie idee, recano offesa al prossimo.

Se una persona ama la semplicità, evita le cerimonie e le feste, ecco la sempre presente persona superficiale, che si diletta delle esteriorità, che pretende di far piacere alla persona semplice, allestendole festeggiamenti smargiassati. Questo tale non reca piacere al semplice, ma si bea con quelle esteriorità, che a lui piacciono.

Per far piacere a una persona, prima è necessario svestirsi delle proprie pretensioni, entrare nel mondo e nella sensibilità della persona, che si vuol dilettare, e scegliere ciò che a quella persona conviene o piace.

Quanti anziani sono offesi, perché si pretende di trattarli con modi adatti ai giovani! La sofferenza dell’anziano viene solo in parte dalla gravezza dell’età, ma soprattutto dall’ambiente che “non li lascia in pace”. Quanti malati e indeboliti sono traditi da persone che li vogliono “stimolare”.

Può sembrare strano, ma neppure le donne hanno sempre l’accortezza opportuna. Ho presente due situazioni. La  prima, quando ero in ferie, e sentivo urlare una donna contro il marito, che non si muoveva: il marito era malato di cancro e poco dopo morì. La seconda, una moglie che costrinse il marito, appena uscito da un’operazione alle gambe, di camminare per un chilometro… perché si muovesse!

19.03.15