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Umiliazioni

Una storia di poveri amanti, fra le innumerevoli.

Un marito, due figli. La moglie conosce la tresca del proprio marito, con una donna (non l’unica nella sua vita). Sì, è già altra cosa dalla storia di un marito con un altro uomo!

La moglie addolorata. Forse offesa. Comunque con sentimenti non del tutto affettuosi verso il marito. Uomo, questo, professionalmente situato bene. Scrive: scritti dove ragione e fantasia si attuano. Manca il sentire. Non si permette di sentire, se non passioni.

Lui non ha provato nemmeno l’umiliazione di mostrarsi in situazioni impudiche con donne sconosciute, con le quali non aveva acquistato la progressiva arte dell’intimità. A queste arriva già privo di intimità, unita all’interiorità della reciproca comprensione, costruita passo passo, attraverso la scuola dell’affetto. E’ un uomo incapace di essere umile nel pieno della sua stessa umiliazione.

Se poi le donne che incontra sono pagate (anche una segretaria è pagata), non prova vergogna di mostrare la propria debolezza e piccineria a una schiava.

Il piacevole meccanismo del sesso, scambiato per amore o per necessità psicologica e fisica, sta dominando l’intellettuale, conosciuto per le sue opere, piene di nobili sentenze.

Fa pena udirlo vantare le sue conquiste, che non sono altro che umiliazioni, sconfitte davanti alla donna e alle donne.

E se la donna cedesse e compiere altrettanta umiliazione non per interesse o per pietà, sperimenterebbe una sensazione analoga a quella di lui? Due umiliazioni, spesso disperate per il non riuscire a mantenere la propria dignità, si incontrano. La pietà è ancora più profonda per loro. Ma i due non vogliono vedere la propria povertà.

GCM 29.08.11, pubblicato mercoledì delle ceneri 2012