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All’inizio l’amore

24.05.12

        Quando rifiutano il cristianesimo, i critici cominciano dalla coda, talvolta un po’ calpestata, come quelle delle spose o dei vecchi cardinali.

       Le cose: perché  un apparato satrapico o egiziano, con  vesti di altri tempi, con una piramidalità di gerarchia tra coloro  che, al dire di Gesù, sono tutti fratelli, con la severità  nel settore disciplinare, legislativo, sessuale ed economico? Perché?

       Eppure queste sono critiche alla coda, alle conseguenze, alle ultime conclusioni non sempre in linea con i principi.

       E’ necessario iniziare appunto dal semplice inizio. La domanda iniziale  è di una lucidità incomparabile: “Tu ami Gesù?”

       Gesù ha posto accanto  due termini  importanti, quando parlò  della donna piangente ai suoi piedi, e Lui era ospite a pranzo da un fariseo: “Le è stato perdonato molto, perché ha amato molto”.

       Amore e persona. Amore che si estende a cancellare le azioni peccaminose .

       Se amiamo davvero Gesù, la vita si armonizza a lui. Non guardiamo la coda, ma la testa del cristianesimo, la testa  di tutto il corpo e delle opere sante, che il corpo può e deve compiere.

       Ma un pensiero triste si erge: per amare Gesù è necessario  essere educati all’amore con amore. Viviamo in un contesto sociale, nel  quale  l’aumento del benessere e della ricchezza si accompagna a una diminuzione affettiva, che soprattutto i nostri  bambini irrequieti vivono.

       Un esempio: è più facile sdoganare i figli incollandoli al televisore, che passare  del tempo nello stare vicini a loro, parlandogli e ascoltandoli. Il freddo affettivo si tocca con mano. Le famiglie non sanno educare i figli all’amore. Questi non imparano l’amore. E Gesù non viene amato!

       CGM  27.12.11