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Il maestro errore

La vita è molto generosa. Al momento opportuno ci dona un errore, dal quale imparare. L’errore è sempre una stimolazione, che arricchisce e aumenta l’energia psichica. Ma il rimanere nell’errore, depaupera la forza. Errare humanum, in errore perseverare, diabolicum.

Si può perseverare all’infinito nell’errore, se prima non intervenga un episodio traumatico, che sveglia dall’errore, o conclude l’errore con la morte. Quasi tutti gli alcolisti anonimi che ho incontrato, si sono svegliati dopo un incidente occorsogli.

La sapienza di ricavare insegnamento dai nostri sbagli, non è di tutti. Perché per valorizzare gli errori, occorre una piccola dose di umiltà, di cui non tutti sono forniti.

L’inizio di questa sapienza è la verità. La verità accettata e vissuta è sempre un omaggio alla Verità (Dio), o a colui che affermò: “Io sono la verità”.

La verità ci consiglia di attribuire il nome esatto alle cose. Quindi riconoscere e dichiarare errore ciò che errore è.
Da questa verità noi sgattaioliamo, con scuse o intorcolamenti di pensieri, perché l’errore scotta e brucia, e poche volte noi siamo forniti di presine psichiche per prendere in mano gli errori.

Però quella volta che noi riusciamo a dire, almeno a noi stessi,  che uno sbaglio è semplicemente uno sbaglio, e che il mondo non è cascato per questo, siamo arrivati sulla strada intelligente della verità. Con questa ci troviamo al fianco di Gesù. Con lui siamo iniziati alla salvezza e alla pace.

L’imparare dagli errori, ci rende umili, e perciò sereni, e più attrezzati nel correggere, in seguito, gli errori stessi.

La storia è maestra della vita, dicevano i nostri nonni latini. E la storia recensisce più l’orrore delle guerre, che la serenità della pace: la storia insegna poco. I nostri errori ci possono insegnare molto!

GCM 25.04.12