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Libertà e impegno

Insegnamenti chiari ci giungono dal libro dell’Esodo.

L’insegnamento base è: Dio prima vuole un popolo libero. Dopo con un popolo libero stipula un patto. Senza libertà, un popolo non è in grado si scegliere davvero un Dio. Riacquistare la libertà è premessa e condizione per impegnarsi con Dio. E se l’uomo è incapace di liberarsi, Dio stesso si impegna a liberarlo. Poi propone un patto.

Una volta stilato un patto liberamente, poi Dio si lega fedelmente al patto, e dà per scontata la fedeltà dell’altra parte.
E se l’uomo diventa infido, Dio lo richiama. Anche facendogli toccare con mano le conseguenze nefaste dell’infedeltà.

Se per restare in autentico contatto con Dio, la libertà è premessa, Dio crea la libertà nell’uomo, creandolo libero. E se l’uomo rovina la propria libertà, Dio offre sempre l’aiuto di un liberatore.

Il grande liberatore è Gesù.

Aiuto all’opera liberatrice di Gesù, può essere ogni uomo, che rispetta la libertà degli altri uomini, o che accetta di liberare l’uomo, anche tramite l’accompagnamento psicoterapico.

La prigionia psichica è risultato di lunghi compromessi con se stessi. La prigionia si trascina per molti anni.
Addirittura non poche persone sono imprigionate in se stesse, durante la vecchiaia. La vecchiaia è il tempo più adatto, per sciogliere gli ormeggi della schiavitù.

La memoria si libera dai ricordi del passato. La vista non si ferma sull’esteriorità. I muscoli non scalciano per volare di qua e di là, ma aiutano la tranquillità della contemplazione. Liberati, la nostra preghiera si fa essenziale.

GCM  28.08.10