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La perfezione del disordine

01.03.12

Non so come (o forse, se rifletto, lo so) le case delle persone che ci tengono molto alla pulizia e all’igiene, sono le più disordinate.

Pulite, spolverate, i pavimenti lavati, tutti i santi giorni e con gli strumenti della pulizia abbandonati un po’ dovunque: qui uno straccio, lì una scopa, sul tavolo il detersivo, il Mocio e un secchio bene in vista in quell’angolo, il barattolo della cera su quella sedia perennemente capovolta, la scatola dei giochi buttata nello scaffale dei libri. Insomma tutto in attività e pronto per la prossima quotidiana ripassata.

Ma ecco la visita di un  ospite. Ogni cassetto e ogni anta sono a disposizione. Apri un armadio e trovi, nascosti alla rinfusa, un cencio, una scopa, la tovaglia da lavare, il sacchetto della spesa e il cibo per il gatto. Dentro il ripostiglio, i giornali accatastati, il secchio per le immondizie, la paletta per la spazzatura, lo scatolone dell’ultima compera di frutta...

Però, miracolosamente e improvvisamente la casa è ordinata, pulita e anche profumata.

Tanto disordine non più sparso per l’ambiente, ma concentrato negli armadi, nel ripostiglio, nel sottoscala e nel frigo.

La pretesa di pulizia, o la pulizia eccessiva all’origine del disordine o di un ordine di facciata.

Gesù diceva che i poveri sono beati. Posseggono poche cose, che è facile mantenere pulite. Non hanno una casa ambiziosa da esibire alla gente. Non si affannano per le troppe cose che devono trattare. Sono liberi da soprammobili, da ninnoli, dal bisogno di celare il disordine.Insomma non sono ammalati di vanità, ma vivono nella semplicità di una vita che non patisce complicazioni borghesi.

GCM 27.08.11