25.04.12
E’ la solita storia del bicchiere mezzo vuoto. Se applicato alle persone, a noi, possiamo sempre essere coscienti che in noi c’è una parte positiva e una parte negativa. Nessun uomo è totalmente buono o totalmente perverso.
Però chi ci guarda, può convogliare il suo sguardo sulla metà piena o sulla metà vuota, e quindi trovare in noi difetti (anche quelli che non abbiamo) oppure doti (mai tutte).
Anche noi stessi, che pure ammettiamo di avere luci e ombre, spesso nell’esaminarci, ci soffermiamo di più sull’uno o sull’altro versante della nostra personalità.
C’è un “però, che sembra salvare la nostra oggettività in ciò che esprimiamo su noi e sugli altri.
Quando diciamo peste e corna contro il nostro carissimo prossimo, aggiungiamo anche (per benevolenza e per non sembrare cattivi) un “però, egli o ella ha anche queste doti!”. E quando esaltiamo una persona, dopo aggiungiamo “però, purtroppo essa ha questi limiti”.
E’ salva la nostra obiettività? Sì, se è uguale a quella che proclamano i giornalisti, quando (in buona o in cattiva fede) pretendono di essere obiettivi nel riportare i fatti.
E’ il punto di attacco, che non ci lascia essere neutri e obiettivi. Se io sono sereno e sicuro di me, parto dal costatare le belle qualità e poi anche gli inevitabili difetti. Se sono pestifero, parto dai difetti e cerco di salvarmi in corner, dicendo qualche bella dote.
Questa non obiettività è ancora ammissibile. Infatti ci sono i fanatici che trovano in sé o negli altri tutte solo le belle qualità, tutti e solo i difetti.
Non potendo godere dell’obiettività, non ci resta che iniziare in noi e negli altri, dalle belle doti.
GCM 27.12.11