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Origine di Gesù 18 (Giuseppe e le due donne)

L’altra persona che i Vangeli ricordano aver contatto con Maria incinta, è Giuseppe il suo marito.

Prima di riflettere sulle reazioni di Giuseppe davanti a Maria gravida, è opportuno soffermarsi sul fatto che della concezione verginale di Maria, altri scritti del Nuovo Testamento e di scrittori cristiani dei primi tempi, non ne fanno cenno. Paolo, quando parla dell’umanità di Gesù, scrive secco: “Nato da donna”. Marco non una parola. Giovanni, nel Vangelo dice solo: “Divenne carne”, ma non dice né come, né da chi.

Eppure la concezione verginale di Maria da Luca è riecheggiante di quella frase del Genesi: “Disse e divenne”. A Maria l’angelo afferma: “Nessuna parola di Dio è inefficace” senza produrre effetto. È la nuova creazione nel tempo del Verbo, “che era presso Dio ed era Dio”. Anzi “Tutto, attraverso lui, fu realizzato, tutto ciò che esiste!”.

Nella cristianità a poco a poco, e nella patristica, la concezione verginale di Gesù, è ricordata quale unica e, perciò, portentosa, divina.

Il primo a essere colpito in senso drammatico davanti al concepimento strano, è proprio il marito.

Confrontando le reazioni diverse nelle due persone, che sono ricordate nei Vangeli e che incontrarono Maria gravida, sono opposte: gioia in Elisabetta, turbamento in Giuseppe. Forse possiamo dire: esaltazione nelle donne (Elisabetta e Maria), dubbi negli inizi (Maria, Zaccaria e Giuseppe). L’intuizione di una grandezza divina nelle donne, problematica e dubbi in tutti davanti all’opera di Dio. Prima arrendevoli, alla fine arresi e bene! Ricordiamo il benedictus e il Magnificat.

02.01.2016