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La centesima Parola

Gesù è la parola di Dio: sotto due aspetti: Dio ci parla, noi parliamo di Dio.

Sto riflettendo sul Corano. Sappiamo che nella dottrina del Corano, viene ricordato che Dio è solo parzialmente decifrabile con i nostri aggettivi. Il Corano, cioè gli islamici, enumerano novantanove nomi di Dio, lì tutto si ferma, perché il centesimo nome è un mistero.

Più mi soffermo su Dio, meglio mi spaventa il pensare filosofico (e teologico), che tenta di dare una risposta al “chi è Dio?”. Tutte le risposte che ho trovato, sono tutte espresse con i nostri termini. Ma Dio è oltre, molto oltre, è il “totalmente altro”! Quando percepiamo l’abisso enorme del “totalmente altro” si resta interdetti, e forse alquanto disperati.

Questa disperazione induce molti a desistere non solo dal cercare di definire Dio, ma perfino dal dubitare della sua esistenza. Sì perché Dio è un altro sistema di “esistenza”, diverso dal nostro. La filosofia, in particolare quella scolastica, afferma che l’”esistere” è universale, sia per la creatura che per il Creatore, ma la distanza delle due esistenze è incolmabile, sebbene noi ci illudiamo che dire “Dio esiste”, sia sufficiente per rassicurarci sulla reale esistenza di Dio.

Partita chiusa dunque? Dio resta indicibile dall’uomo? Ecco allora la necessità di conoscere la centesima parola. Essa non può esser trovata dentro il perimetro delle limitate possibilità umane. È una parola che Dio dice di sé. Essa da Dio è “tradotta” in un uomo, che è la semplificazione del Dio astratto della filosofia. Gesù, in qualche modo, è la dolce semplificazione di Dio.

15.06.16