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Origine di Gesù 14 (Il primo inno) 11

Il feto Giovanni si agita, e stimola la profezia ammirata della madre.

E così si apre il millenario capitolo della “cristologia” pronunciata da uomini. Finora, a Maria e poi a Giuseppe, la cristologia era annunciata da angeli, ora due donne iniziano a parlare di Gesù con voci umane. Due donne, non teologhe, ma credenti, perché sperimentanti nella propria carne e nel proprio cuore l’opera misericordiosa di Dio. È una cristologia gioiosa, poiché innica, entusiasta. Entusiasta perché stimolata dalla presenza dello Spirito.

Elisabetta fu “riempita di Spirito Santo”. Perciò parlò ispirata. Non è una cristologia riflettuta su ragionamenti. È l’intuizione destata da Dio.

Elisabetta “urlò” (kracheghe megale) la prima frase cristologica della storia.

“Benedetta tu nelle donne, e benedetto il frutto del tuo ventre!”.

Benedetto, ossia pieno della benevolenza di Dio. In Gesù e in Maria si realizza la benedizione.

Ma ecco subito la rivelazione: Maria è la “madre del mio Signore”! Madre del Signore, del Kirio. Il vocabolo, per una donna ebraica, è inequivocabile: è Dio. La spiegazione sarebbe interminabile. Però restiamo al significato che Gesù stesso usava: “Signore del cielo e della terra”.

Per un istante accontentiamoci di accostare due frasi: “La schiava del Signore” e “la madre del mio Signore”. È un capovolgimento da brivido.

31.12.2016