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Maria e... i fatti 

Di norma le parole di Dio non sono comprensibili immediatamente: diventano comprensibili dai “fatti” ossia dal loro avverarsi.

L'esempio più luminoso, per noi cristiani, è proprio la risurrezione di Gesù. Ricordiamo l'ultima parte dell'episodio della trasfigurazione. Dopo lo stordimento della bellezza vista dagli Apostoli. Gesù raccomanda ai tre di non parlarne, se non a risurrezione attuata. I tre si guardano in faccia e si chiedono: “Che cosa è questa risurrezione?”. Per loro era tutto buio, un buio che perdura, in parte, anche il mattino della Risurrezione e, per Tommaso, anche otto giorni dalla risurrezione e, per molti anche ai nostri giorni, anche dopo venti secoli.

Però quei tre e altri, si stanno accorgendo costatando i fatti, di che cosa era davvero la Risurrezione. Il fatto rende comprensibili e vere le parole.

Accadde così anche a Maria di Nazareth. Quando l'Angelo l'avverte che sta per diventare madre, pur non essendo intima a un maschio, Maria è dubbiosa, titubante e si chiede: “Come?”. Poi l'Angelo le dice che tutto è possibile a Dio: Maria crede, ma non vede.

Poi s'accorge di essere davvero incinta. Visita la cognata Elisabetta, e lì scoppia la gioia del Magnificat. Un Magnificat speciale: non è soltanto la gioia di una maternità (l'apice della grandezza per ogni donna ebrea), ma la gioia di “quella” maternità speciale, unica.

Le parole non comprese prima, diventano chiare dai fatti!

08.12.16