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L’entusiasmo inopportuno 

“Se vuoi, puoi purificarmi”. È un esempio di preghiera, che può diventare modello. Sappiamo che si tratta di un lebbroso, che si rivolge a Gesù. Il lebbroso si rimette alla libertà di Gesù. Sa che Gesù è potente ed è libero. Non considera la sua preghiera un diritto a essere esaudito.

A differenza di questo lebbroso, ho udito molte volte, troppe volte!, da chi si crede di essere ancora cristiano e che rifiuta Dio, perché “Ho pregato tanto e lui non mi ha esaudito: non credo più!”. Lì, nel lebbroso, c’è umiltà e rispetto dell’altro; qui c’è protervia e strumentalizzazione (almeno desiderata e pretesa) dell’altro. Di quell’altro, che non è come uno di noi, ma è la Libertà in persona.

Gesù sottolinea che la purificazione non sgorga dalla preghiera, espressa anche con fede, ma dalla propria decisione: “Voglio, resta purificato!”. Anche se noi chiediamo con fede, il segno è a totale disposizione di Dio.

L’iniziativa è sempre di Dio. Anche l’iniziativa di indicare la preghiera. La preghiera di fede è voluta da lui, tant’è vero che manda il suo Spirito in noi, affinché diventiamo capaci di pregare.

“Se vuoi”: tutto dipende da Dio, ogni inizio e ogni iniziativa.

Conosciamo anche l’ultima parte dell’episodio. Gesù ammonisce seriamente il guarito, affinché non sveli ad altri la guarigione ottenuta. L’ex lebbroso non sta nella pelle e dice a tutti di essere guarito, disobbedendo all’intimazione del suo benefattore.

Troppo entusiasmo. Entusiasmo così potente, che nasconde la ragione, e con la ragione la voce di Gesù. Risultato: Gesù, per evitare “assembramenti” si dà al vagabondaggio apostolico. Non sempre il far del bene ritorna al benefattore.

11.01.16