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Origine di Gesù 17 (Con Dio vincono i poveri)

Nell’inno di Maria, già gravida di Gesù, l’opposizione tra potenti e umili si risolve con l’esaltazione di questi e l’umiliazione di quelli proprio “nel pensiero del loro cuore” ossia nel loro intimo.

È la rivoluzione cosmica, dopo l’entrata del peccato tra gli uomini. Rivoluzione, non come quella miserevole dei rivoluzionari armati e massacratori, che si sono succeduti nella storia senza memoria storica, ma alla “forza del suo braccio”.

Quel braccio potente, che soccorre Israele, suo schiavo, perché rammenta la misericordia. Una misericordia che si è attuata durante tutta la storia di Israele, cominciando da Abramo, scorrendo nella sua discendenza per sempre. Quindi arrivando fino a Maria, e anche attraverso lei, prolungandosi “nei secoli”.

Maria nella sua vita confessa la potenza e la misericordia di Dio, e la comunica a Elisabetta, quasi per rivivere e risentire con lei ciò che anche Elisabetta aveva riconosciuto: “Ecco ciò che ha fatto a me il Signore, nei giorni, quelli in cui ha voluto togliere la mia ignominia [sterilità] fra uomini” (Lc 1, 25).

La visita a Elisabetta, incontrata da Maria, quand’era al sesto mese, si conclude al nono mese di Elisabetta. Probabilmente, ma il testo non lo dice, Maria è presente alla nascita di Giovanni.
Maria rientra nel suo borgo di Nazareth, al suo terzo mese di gravidanza. E qui andiamo al Vangelo di Matteo.

02.01.2016