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Gesù, re sofferente  

Quando una persona soffre a causa della cattiveria, o dell’ignoranza, o dell’imperizia, o della mancanza di speranza degli altri, dove sta Gesù?

Ce lo indica il Vangelo di Luca. Egli mostra Gesù crocefisso, schiacciato, morente. Attorno a lui c’è un popolo sconcertato e incerto; ci sono le potenze di questo mondo, che cantano vittoria, e canzonano Gesù; ecco anche i soldati, che, servi del potere, godono davanti ai cadaveri per quel “morte tua, vita mia” coltivato nelle battaglie. Ma Gesù non è con questa gente: Gesù è là, sopra di essa, là dove si soffre.

La sofferenza attira la presenza di Gesù, la sua compassione. È illuminante l’episodio presso il borgo di Naim. Gesù s’imbatte in una vedova disperata, in lacrime. Si sente attirato dal dolore, si commuove, e la commozione lo induce ad agire da Dio: risuscita il giovane.

Dove si soffre, ivi si trova Gesù, che si commuove. La commozione del cuore è il tramite, attraverso il quale si attiva l’onnipotenza divina.

Gesù si trova in mezzo a due sofferenti, schiacciati come lui. Uno nella sofferenza, pur essendo accanto a Gesù, bestemmia. L’altro lascia agire la comunanza, e prega. La sua preghiera ricorda a Gesù di essere “re”. “Quando entrerai nel tuo regno!”.
Gesù, nella compassione, si sente richiamato al suo potere: “Oggi sarai con me nel Paradiso!”.

Quel Gesù, che si era eclissato quando volevano farlo re, ora desta la sua regalità, sofferente tra sofferenti.

20.11.16