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Origine di Gesù   12  ( Il dialogo si conclude)

Maria, dunque, si dà a quanto dice (rema) l’angelo. “Ghenoitò” = sia, avvenga, nasca. Il verbo ghenomai è polisemico. Va dall’essere all’accadere, all’avverarsi e al nascere e sorgere.

Il significato più usuale è quello di essere o di accadere, avvenire. E se nella risposta di Maria, l’evangelista lascia filtrare anche il senso della nascita? Ossia la frase tradotta potrebbe non solo suonare: “Sia a me secondo la tua parola”, ma anche “Avvenga a me secondo la tua parola”, o perfino “Nasca a me secondo la tua parola”. In quest’ultimo caso quell’iniziale “concepirai nel ventre” troverebbe il riscontro nel “nasca in me secondo la tua parola”.

Ad ogni modo questa schiava che si lascia “fare” dal suo Signore, indica un abbandono totale all’annuncio di Dio.

Il testo è concluso con un “partì da lei l’angelo”. Il compito di Gabriele si conclude con l’assenso della donna. Sembra un congedo. Difatti l’angelo non compare più, perché in Maria è depositata la “parola di Dio”, quella parola che non è inefficace. La potenza di Dio è inclusa nel ventre di Maria: un intervento esterno non ha più senso.

Il testo di Luca riferisce subito la visita di Maria alla parente in attesa. Sembra proprio così. Giuseppe non può accorgersi subito, perché potrà costatare in seguito che “si trovò in grembo da Spirito Santo”.

Maria trascorre tre mesi in Giudea. Dopo tre mesi ritorna a Nazareth, ed è giunto il tempo della coabitazione con Giuseppe.
Però i tre mesi sono importanti.

02.02,16