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Adorazione sempre

Custodi nos dormientes: è una parte della preghiera della sera, indicata dal pubblico libro cattolico delle ore: Signore custodiscici quando dormiamo.

Insomma chiediamo al nostro Dio di compiere il suo “dovere” di Padre. È un riconoscerlo nostro Padre in ognuna delle sue “mansioni” paterne, che lui liberamente si è assunto. Quindi la preghiera non è per sollecitarlo, ma per riconoscere la sua bontà durante il nostro sonno.

Il riconoscere la “grandezza”, la “bontà” del nostro Dio, è parte della nostra adorazione. È bello! Anche dormendo noi adoriamo Dio! Anche in questo consiste quel “per soporem sentiant”: i nostri cuori ti percepiscano e ti sentano anche attraverso la nostra “incoscienza”. Insomma ogni istante della nostra vita è obbedienza a Dio, perché il mantenerci vivi è già obbedire al Creatore. In nessun modo, come ci ricorda il salmo, riusciamo a sottrarci a lui, e il dipendere da lui, quando è accettato consapevolmente è un adorarlo.

Si prospetta una soave realtà: noi siamo sempre sorretti dalle braccia di nostro Padre. Sia che viviate, sia che dormiate, siete suoi.

Il nostro sonno è adorazione; la nostra stanchezza, il riposo, la ricreazione, la ripresa dallo stress... insomma tutto e sempre è di Dio. In lui viviamo, respiriamo e siamo.

C'è un'occasione, nella quale questo permeare di Dio in noi, si fa più evidente: nell'Eucarestia, quando Dio, in Gesù, si inserisce in noi, quasi per perdersi in noi. Purtroppo quanto sono stupidi quei credenti, che guardano da lontano, quasi sospettosi, l'Eucarestia!

27.06.16