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Tramiti di misericordia


       Fatto uomo Gesù, divenne capace di invocare. Dio, svestito della divinità e fatto uomo, invoca Dio. Con noi Gesù chiede misericordia. Eppure egli usa sempre misericordia: con gli ignoranti ridotti a pecore senza pastore; con gli ammalati, perché egli stesso soffrì nella nostra carne; con i farisei, perché fu tentato di superbia lui stesso; con il disperato sulla croce, perché lui stesso crocifisso.

Oggi usa con noi misericordia, annientato nel pane e nel vino, per donare quella vita che viene dal suo annientarsi, diventando cibo, perché solo così può dire: “Chi mangia la mia carne può avere con lui il dono della misericordia del Padre, ossia la vita eterna.

Gesù uomo ha sperimentato la gioia del ricevere la misericordia. Perciò possiamo essere sicuri della sua misericordia su di noi. Ma tale misericordia ci penetra nel cuore. Gesù diventa misericordia per noi. Ma noi, pieni della misericordia di Dio, che ci “salva con la sua misericordia”, assorbiamo la misericordia che Dio ci dona? Noi gustiamo non solo la beatitudine dell’aver ricevuto misericordia, ma anche la beatitudine di essere misericordiosi, perché così spalanchiamo la porta al diventare misericordia che si espande?

Però, noi possiamo diventare misericordiosi con le nostre pretensioni di essere misericordiosi, oppure ci affidiamo allo Spirito Santo (che è lo Spirito del Pare di misericordia) perché ammorbidisca quei nostri cuori, resi coriacei dal nostro egoismo?
La nostra misericordia, per essere misericordia autentica di figli di Dio, non può esercitarsi come nostra “virtù”. Essa è un perpetuare la stessa misericordia di Dio nel mondo, e perciò deve  essere gravida di molta preghiera.

21.03.15