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La fede nella religione


      Il cristiano non può opporsi alle religioni. Mi ritornano in mente le lezioni che ci impartivano nel primo anno degli studi curriculari di teologia. Un anno intero per renderci convinti che l’unica vera “religione” era quella cattolica (De vera religione).

Poi ecco il Concilio Vaticano secondo, che guarda sia le confessioni cristiane non cattoliche, sia le religioni, sotto una prospettiva positiva: sono tutti valori davanti a Dio e davanti agli occhi della fede, che si fonda sul Vangelo di Gesù.

Poi ecco per me un altro dono: l’incarico di insegnare “Storia delle Religioni”. Entrare nel cuore e nella storia (non solo historia) delle religioni, mi riempì di ammirazione, causata anche da una conoscenza meno preconcetta delle cose di fuori casa. Si aggiunse anche uno sguardo di fenomenologia delle religioni, per scoprire le consonanze tra le religioni. Queste consonanze derivano dal fatto che ogni religione cerca di dare una risposta al diffuso (universale?) bisogno di orientamento sicuro dell’esistenza.

Proprio questo sguardo più attento mi rese anche più sicuro delle “dissonanze” tra cristianesimo e altre correnti religiose.

Mentre il cristiano, nella propria religione assume elementi umani presenti nell’ebraismo, nel romanesimo, nelle correnti “barbare” ed etnologiche, che diventano parte della sua religione, si accorge della propria specificità non nella religione, ma nella fede: il cristiano solo gode della presenza di Cristo nel proprio credere e nel proprio vivere, scoprendo anche in una “religione” storica un modo di vivere la propria fede

.30.10.16