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Natale di semplici

Ieri sera, in previsione del Natale, nel nostro Tempio abbiamo ripetuto la sacra rappresentazione “Natale”. Chiesa quasi fredda, partecipazione intensa.

Contemporaneamente in cattedrale si svolgeva un concerto dedicato a persone ben piazzate socialmente, concerto con orchestra e direttore molto noti.

Stamani un semisacrestano, che passa qualche mezz’ora ad aiutare il nostro sacrestano, quasi per disprezzare il nostro raduno, esaltò il concerto della cattedrale: la gente assiepava perfino le porte.

La cosa mi ha fatto riflettere, e lentamente quella che doveva essere l’umiliazione per uno scorno, si è trasformata prima in serenità e dopo in lode.

Perché?

Da una parte si radunava l’élite nel luogo più importante, dall’altra parte la povera, gente semplice.

In un luogo la gente era radunata per assistere, nell’altro luogo per entrare in preghiera compartecipata.

Da un lato grande concerto costoso, dall’altro un gruppo di volontari, nem preparati e non pagati.

La domanda che mi veniva spontanea: Gesù chi e che cosa avrebbe scelto?

Allora mi è balenata quella luce, che genera gioia: “Ti ringrazio, o Padre, perché ai semplici ti riveli!”.

Ieri sera, i partecipanti (tutti partecipavano, perché tutti pregavano, cantavano)  si sentivano immersi nel Natale. Creavano l’atmosfera di contemplazione. E ho sentito come il nostro tempio era veramente francescano. Ho rivisto S. Francesco  cantare, abbracciare e baciare il piccolo Gesù di Greccio.

Ho respirato aria francescana, aria di casa mia.

GCM 21.12.11,  pubblicato 26.12.11