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14 Profumo di Natale

Attorno a noi si espande il profumo di Natale in questi giorni.

Nell’aria il profumo della nostra infanzia, l’aroma del mandorlato, dello zucchero filato, dello zucchero in polvere brinato sul panettone.

E poi il profumo del muschio fresco, spalmato nel presepio. Odore caratteristico proprio del Natale in Chiesa, commisto all’aroma dell’incenso da messa solenne.

Il muschio conduce al presepio, dove si sprigiona il profumo del Natale. Questo profumo lo avvertiamo, quando, la confessione sacramentale. Ci rendiamo rinfrescati e intrisi di Gesù Eucarestia.

È un profumo di un genere diverso, che riporta il sorriso in chi non riduce la propria sensibilità a gustare soltanto gli aromi del pranzo di Natale, in famiglie riunite a casa della nonna.

Qualche santo vedeva Gesù, non soltanto come luce degli occhi, melodia per gli orecchi, dolcezza per il tatto, ma anche profumo per il nostro olfatto.

Perché diciamo che Gesù è profumo? Perché tra i sensi l’olfatto è quello più raffinato. A differenza di luce e di suoni, facili a esser percepiti, il profumo – soprattutto quello naturale e soave dei fiori – richiede una sensibilità più esercitata.

Il profumo di Gesù ricorda il profumo del Cantico dei Cantici, che attirava l’amante verso il suo amore, seguendo la scia del profumo. Certamente non era l profumo seguito da Socrate attirato dalle etere.

Il profumo di Gesù si avverte, spesse volte prima dell’incontro. Di Gesù possiamo percepire e indovinare la presenza, incontrandoci con un bambino, con la generosità di un adulto che aiuta i bambini, con il corridoio di un reparto pediatrico.

Il profumo di Gesù si avverte nella nostra pregiera, perfino quando essa è arida.

GCM 11.12.11, pubblicato 14.12.11