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18 O Signore

Le sfaccettature e le qualità, che compongono la perso-na di Gesù, sono numerose, a cominciare dalla fondamentale: Uomo-Dio. Tali qualità si rivelano sia nello scoprire direttamen-te chi è lui, sia accogliendo le sue parole quando parla di se stesso, sia osservando il suo operare, sia accogliendo ciò che la Scrittura e la Chiesa affermano di lui.

L’antifona che oggi ci viene proposta, è:

“O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto, e sul Monte Sinai gli hai dato la legge: vieni a  liberarci con braccio potente”.

È un’antifona, che sembra lontana dalla nostra sensibili-tà, perché la persona storica ( e quindi passata) di Mosè.

Però almeno due elementi ci toccano da vicino: “Signo-re” e “liberarci”. Mosè passa decisamente in secondo piano. Mosè infatti è una delle “occasioni”, nella quale la persona e l’opera del “Signore” si manifestano.

Riguardo che si dice “Signore” il testamento antico è zeppo di passi dove Dio è designato come Signore e come guida del poplo, soprattutto tramite i profeti.

Gesù sa di essere lui Signore. Leggiamo nel Vangelo di Giovanni: “Voi chiamate me il Maestro e il Signore, e bella-mente parlate; io infatti sono. Se dunque ho lavato i piedi di voi, il Maestro e il Signore, anche voi ... “(Gv 13,13-14).

Gesù non si sottrae al suo compito di Signore, per il quale è divenuto uomo.

Compito salvifico di questo Signore, è di guidare i suoi, attraverso se stesso, la sua parola, la sua continua presenza, poiché Gesù è “Via”.

Altro compito salvifico di Gesù è quello di “liberarci con braccio potente!”. Il braccio potente, per gli Ebrei del tempo di Gesù, era un esercito da opporre ai Romani. Ma un braccio ancora più potente, di cui abbisogniamo, è quello che deve superare in noi l’ignoranza e il peccato.

GCM 05.12.11, pubblicato 18.12.11