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Gesù e il diverso 3

Le diversità che Gesù incontra, sono di molteplici forme: personali, culturali, sociali, ambientali, emotive, spirituali.

Gli episodi del Vangelo, presi in una breve rassegna, ci aiutano a comprendere e quali sono le diversità e come Gesù, il grande modello, si è atteggiato e comportato con le persone diverse da lui.

Molti sono gli emarginati sociali che il Vangelo ricorda: pastori, donne bambini. Quei bambini, che ancora oggi diventano oggetto di libidine per gli adulti, laici, professionisti o preti che siano.

Ci interessiamo ora di un tipo di emarginati sociali: i lebbrosi.

I lebbrosi, cioè i malati di svariate malattie della pelle, erano diversi, addirittura esclusi da ogni contatto con le persone normali.

Un giorno Gesù passa dalle parti dove erano segregati una decina di lebbrosi. Nessuno approccio di vicinanza, ma un grido a distanza: “Gesù maestro, abbi compassione di noi!”.

A questo episodio accostiamo un altro, che riguarda un lebbroso. Qui invece troviamo in contatto due persone.
Gesù e un diverso, fisicamente e socialmente. Questo lebbroso ha il coraggio di avvicinarsi a Gesù e di dirgli discretamente: “Se vuoi, puoi guarirmi”.

Ed ecco il fatto culmine: Gesù lo toccò, contro le leggi igieniche e civiche. Il contatto diretto, fisico, oon il diverso.
Contatto che Gesù avverte corporalmente anche quando il diverso non si presenta gli occhi di Gesù, come avvenne con la donna, affetta da metrorragia e perciò emarginata, perché impure nei confronti delle leggi religiose di quel paese.

Gesù tocca il diverso. Si mette in comunione fisica con lui. Questo accade anche con il cieco dalla nascita e con il sordo muto.

Al cieco Gesù con le sue mani applica sugli occhi il fango prodotto dalla propria saliva (saliva è quel disinfettante naturale, che stimola gli animali a leccarsi la ferita). Al sordomuto Gesù infila il dito nell’orecchio, e con la saliva tocca la lingua. anche con i due ciechi: li tocca.

A questo contatto fisico gli ammalati riprendono la salute.

GCM 17.03.11